Ancona: la città dorica tra porto e promontorio

Ancona si sviluppa su un promontorio a forma di gomito che si protende nell’Adriatico, creando un porto naturale che fin dall’antichità ha determinato la vocazione marinara e commerciale della città. Il nome stesso deriva dal greco “ankon”, gomito, a testimonianza delle origini ellenistiche di questo importante centro fondato dai Siracusani nel IV secolo a.C. La conformazione del territorio regala panorami spettacolari, con la città che sale dalle banchine portuali fino alle colline retrostanti attraverso scalinate, vicoli ripidi e terrazze naturali da cui lo sguardo abbraccia il mare aperto.

Il porto rimane il cuore pulsante dell’identità anconetana, snodo cruciale per i collegamenti con Grecia, Croazia e Albania, punto di partenza per migliaia di viaggiatori e luogo di lavoro per una comunità portuale ancora vitale. Le sirene delle navi che entrano ed escono dal porto scandiscono il ritmo della giornata, mentre i traghetti illuminati la sera creano scenografie suggestive contro il profilo del Monte Conero.

Il Duomo di San Ciriaco

Il Duomo di San Ciriaco domina la città dalla sommità del colle Guasco, un capolavoro romanico-bizantino che si staglia contro il cielo come una corona di pietra bianca visibile da chilometri di distanza, sia da terra che dal mare. La chiesa, costruita tra l’XI e il XIII secolo sui resti di un tempio pagano dedicato a Venere, presenta una pianta a croce greca con una cupola dodecagonale che tradisce influenze bizantine, testimonianza dei contatti commerciali e culturali che Ancona intratteneva con l’Oriente.

La facciata tripartita, preceduta da un protiro sostenuto da leoni stilofori in marmo rosso del Conero, accoglie il visitatore con la maestosità severa tipica del romanico marchigiano. L’interno conserva affreschi trecenteschi e opere d’arte di varie epoche, ma è soprattutto lo spazio architettonico a emozionare, con la luce che filtra dalle finestre creando atmosfere raccolte. Il sagrato offre uno dei panorami più belli delle Marche: il porto disteso ai piedi della collina, il mare che si estende all’infinito, il profilo del Conero che chiude l’orizzonte a sud. Al tramonto, questo luogo diventa magico, con la città che si accende di luci mentre il sole scende dietro le colline dell’entroterra.

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L’Arco di Traiano e la storia stratificata

L’Arco di Traiano, eretto nel 115 d.C. per celebrare l’imperatore che ampliò e potenziò il porto, si erge ancora magnifico sulla banchina come testimonianza della grandezza romana di Ancona. Costruito in marmo greco di Paro, l’arco presenta proporzioni perfette e decorazioni sobrie che esaltano la purezza delle forme classiche.

Nelle vicinanze, l’Arco Clementino settecentesco, progettato da Luigi Vanvitelli, dialoga con quello romano creando un suggestivo percorso storico lungo il porto antico. La Mole Vanvitelliana, imponente struttura pentagonale del XVIII secolo costruita su un’isola artificiale, rappresenta un altro gioiello architettonico che oggi ospita mostre ed eventi culturali.

Tra Riviera del Conero e tradizione marinara

Ancona rappresenta la porta d’accesso alla Riviera del Conero, uno dei tratti costieri più belli e preservati dell’Adriatico, dove il promontorio calcareo si tuffa nel mare creando baie selvagge, spiagge di ciottoli bianchi e acque cristalline. A pochi chilometri dal centro città si raggiungono località come Portonovo, incastonata in una baia protetta dove la spiaggia bianca contrasta con il verde della macchia mediterranea e il blu intenso del mare. La Chiesa di Santa Maria di Portonovo, gioiello romanico dell’XI secolo costruito direttamente sulla spiaggia, testimonia l’importanza religiosa di questo luogo nei secoli passati.

La cucina anconetana celebra naturalmente i frutti del mare con preparazioni semplici che esaltano la freschezza del pescato. Lo stoccafisso all’anconetana rappresenta il piatto simbolo, eredità delle antiche rotte commerciali che portavano il merluzzo essiccato dai mari del Nord. Preparato con patate, pomodoro, vino bianco e aromi, viene cotto lentamente fino a diventare morbidissimo. Il mosciolo, cozza selvaggia che cresce sugli scogli del Conero, si gusta crudo o gratinato, con un sapore intenso di mare. Il brodetto anconetano, zuppa di pesce con tredici varietà diverse secondo la tradizione, si accompagna con crostini di pane abbrustolito e rappresenta l’essenza della cucina marinara locale. Il Verdicchio dei Castelli di Jesi, vino bianco delle colline marchigiane, accompagna perfettamente questi piatti di mare, chiudendo idealmente un pranzo che racconta la generosità dell’Adriatico e la semplicità autentica della tradizione culinaria anconetana.

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