Adagiata su tre colli che dominano la piana degli ulivi secolari e il mare Adriatico, Ostuni si rivela al viaggiatore come una visione quasi irreale. Il candore delle sue abitazioni, dipinte con la calce viva fin dal Medioevo, le ha valso il nome di Città Bianca, un appellativo che non rende pienamente giustizia alla magia di questo luogo.
La tradizione vuole che il bianco servisse non solo a illuminare i vicoli stretti e tortuosi del borgo, ma anche come potente antisettico durante le epidemie di peste che flagellarono l’Europa. Alcuni racconti popolari narrano invece che gli abitanti scelsero questo colore per accecare i nemici provenienti dal mare, trasformando la luce del sole riflessa sulle pareti in un’arma di difesa. Ancora oggi, un’ordinanza comunale obbliga a mantenere il bianco nel centro storico, preservando così l’identità visiva che rende Ostuni unica al mondo.
Ci sono 25.000 anni di storia umana
Il territorio di Ostuni custodisce testimonianze di una frequentazione umana che risale al Paleolitico medio, quando cacciatori neanderthaliani trovavano rifugio nelle numerose grotte dell’area. La scoperta più emozionante è senza dubbio quella di Delia, lo scheletro di una giovane donna di circa vent’anni, in procinto di partorire, risalente a 25.000 anni fa.
Il ritrovamento rappresenta una delle testimonianze più toccanti della vita dei nostri antenati preistorici, conservata oggi nel Museo di Civiltà Preclassiche della Murgia. Il nome Ostuni deriva probabilmente dal greco Astu-neon, che significa città nuova, suggerendo una rifondazione avvenuta circa duemila anni fa sui resti di un insediamento più antico. Dopo la caduta dell’Impero Romano, la città passò sotto il controllo degli Ostrogoti, poi dei Longobardi e infine dei Normanni, che nell’XI secolo le diedero nuovo impulso.
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Un labirinto di pietra e di luce
Il centro storico di Ostuni, chiamato affettuosamente La Terra dai suoi abitanti, è un dedalo di stradine tortuose, scalinate ripide, piazzette nascoste e corti segrete che ricordano una casbah nordafricana. Le case si arrampicano sui fianchi scoscesi dei colli, sovrapponendosi e intrecciandosi in un apparente disordine che nasconde invece una sapiente organizzazione dello spazio.
Sulla cima della città svetta la Cattedrale, costruita nel XV secolo in stile tardo-gotico, con un rosone di ventiquattro raggi che è considerato uno dei più grandi e suggestivi del mondo. Il Museo Diocesano custodisce una preziosa collezione di arte sacra, mentre il giardino pensile settecentesco offre una vista mozzafiato sulla distesa argentea degli ulivi che si spinge fino al mare. Porta Nova e Porta San Demetrio sono le uniche due entrate rimaste integre dell’antica cinta muraria normanna.
Tra trulli, masserie e acque cristalline
Ostuni è la porta d’accesso alla Valle d’Itria, il paesaggio punteggiato dai caratteristici trulli che l’UNESCO ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità. Le costruzioni a cono, realizzate con la tecnica della pietra a secco, rappresentano un esempio unico di architettura rurale mediterranea. Le masserie fortificate che costellano la campagna circostante sono state in gran parte trasformate in agriturismi e resort di charme, permettendo ai visitatori di vivere un’esperienza autentica. I diciassette chilometri di costa del territorio ostunese offrono un alternarsi di lunghe spiagge sabbiose, calette nascoste e tratti rocciosi, tutti premiati con la Bandiera Blu per la qualità delle acque e dei servizi. La Riserva naturale di Torre Guaceto, a pochi chilometri dal centro, protegge un’oasi marina e terrestre di straordinaria biodiversità, dove la macchia mediterranea incontra fondali cristallini popolati da una ricca fauna ittica.